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    “Gulag elettronico”: ragazzi e uomini russi costretti a combattere

    Il Parlamento russo ha approvato una legge per costringere la popolazione maschile alle armi: discriminazioni e restrizioni per chi rifiuta la guerra

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    È già stata soprannominata come “gulag elettronico” la legge approvata dal Parlamento russo. Secondo le nuove disposizioni la popolazione maschile russa non avrà più alcuna chance di sottrarsi al dramma della guerra. L’illusione della scelta è palese, chi non risponderà alla chiamata alle armi, infatti, vivrà come un reietto: da un lato l’artiglieria ucraina, dall’altro la perdita di diritti e libertà.

    “Gulag elettronico”: di che si tratta?

    Il “gulag elettronico” ufficialmente nasce per migliorare il servizio di reclutamento ma a conti fatti serve più per ostacolare qualsiasi tentativo di sfuggire alla tragedia che da oltre un anno si svolge senza sosta in Ucraina. Il soprannome accosta la nuova legge russa con il corpo di polizia fondato nel 1930 dall’URSS appositamente per i campi di concentramento sovietici.  

    Le autorità non avranno a che fare con prigionieri e lavori forzati ma presto avranno comunque il potere di inviare centinaia di persone incontro a morte certa. Fino ad oggi il reclutamento avveniva attraverso la presentazione di documenti notificati di persona. Per sfuggire alla guerra, molti hanno lasciato il proprio domicilio o hanno finto di non essere in casa. La nuova legge prevede la convocazione online obbligando il coscritto a presentarsi all’ufficio di reclutamento. La creazione del portale speciale governativo chiamato “Gosuslugi” stroncherà definitivamente ogni tentativo di evitare la guerra. Andrei Kartapolov, presidente della commissione Difesa del Parlamento russo, infatti spiega che:

    “la convocazione si considera ricevuta dal momento in cui viene inserita nell’account di una persona tenuta al servizio militare”.

    Il “gulag elettronico” costringerà i russi a scegliere tra la guerra e la discriminazione

    Secondo il Cremlino la legge approvata nulla ha a che fare col mobilitare più truppe o frenare la diffusissima rinuncia alla leva. L’addetto stampa del Presidente Putin, Dmitry Peskov, commenta così il provvedimento:

    “Si tratta semplicemente di migliorare i registri militari. Il sistema deve adeguarsi ai requisiti moderni”.

    Nei fatti, però, il provvedimento effettivamente accelera il reclutamento e costringe le reclute a scegliere tra la guerra e pesanti restrizioni. Al cittadino che rifiuta la leva sarà proibito viaggiare all’estero, vendere o acquistare proprietà, registrare piccole imprese e addirittura gli saranno invalidate le patenti di guida. Queste sono solo alcune restrizioni, probabilmente infatti aumenteranno di numero e gravità. Questa e l’alternativa alla guerra che finora, si stima, ha causato la morte di almeno 30.000 russi e oltre 150.000 feriti.  

    Nessuna via di fuga per i russi contrari alla guerra

    Con 394 voti su 395 votanti, la legge passa; manca la firma del Presidente Vladimir Putin che non tarderà ad arrivare. È l’apice di una campagna di reclutamento insensibile e sorda verso chi desidera la pace: molti manifestanti sono stati beffati con la consegna dei documenti per il reclutamento.

    Il portale governativo utilizzato per la leva è ampiamente diffuso in Russia. La popolazione lo sfrutta già da tempo per innumerevoli faccende: bollette, matrimoni, multe, prenotare visite mediche e così via. Ilia Krasilshchik, fondatore del sito Helpdesk che offre consigli e assistenza agli uomini russi che cercano di evitare la guerra in Ucraina, commenta così:

    “Un portale governativo online, una volta conveniente, si è rivelato avere un rovescio della medaglia”.

    Quello che era un servizio per digitalizzare il paese e venire incontro al cittadino diventerà presto uno strumento spietato per fornire carne da cannone.

    È già stata soprannominata come “gulag elettronico” la legge approvata dal Parlamento russo. Secondo le nuove disposizioni la popolazione maschile russa non avrà più alcuna chance di sottrarsi al dramma della guerra. L’illusione della scelta è palese, chi non risponderà alla chiamata alle armi, infatti, vivrà come un reietto: da un lato l'artiglieria ucraina, dall'altro la perdita di diritti e libertà.

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