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    “Gli stranieri ci rubano il lavoro”: non è più una diceria, è realtà | È il governo stesso a portarli in Italia

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    Gli stranieri potrebbero togliere il lavoro? La voce si diffonde sul Web, ma quanto c’è di vero? Le notizie lasciano senza parole.

    Gli stipendi italiani nel settore privato hanno registrato aumenti modesti, legati ai rinnovi dei contratti collettivi nazionali. La retribuzione netta media resta sotto i 1400 euro mensili per molte categorie. Il cuneo fiscale incide e riduce la competitività rispetto alla manodopera estera.

    Secondo OCSE, il costo della manodopera straniera in Italia è inferiore del 18% rispetto a quella nazionale nei settori agricolo, edile e logistico. La differenza è dovuta a contratti flessibili, minori tutele e assenza di scatti di anzianità.

    Il taglio del cuneo fiscale introdotto nel 2025 ha portato benefici limitati. I lavoratori con redditi sotto i 20 mila euro ricevono bonus marginali, ma la pressione contributiva resta alta. La manodopera straniera, inquadrata con contratti agevolati, risulta più conveniente per molte imprese italiane.

    La concorrenza della manodopera estera ha incentivato la delocalizzazione di alcune produzioni. Aziende italiane scelgono paesi con costi salariali più bassi e minori vincoli contrattuali. Il dumping salariale interno si manifesta anche con cooperative spurie e contratti atipici, che aggirano le tutele previste dai CCNL. Cosa succede?

    Le differenze

    Nel 2025, la disparità tra stipendi italiani e costo della manodopera straniera ha raggiunto livelli critici. Secondo logospa.it, le nuove tabelle ministeriali evidenziano un divario strutturale: operai stranieri in edilizia percepiscono fino al 22% in meno. Le imprese sfruttano contratti flessibili e cooperative per contenere i costi.

    Le riforme fiscali del 2025 hanno introdotto detrazioni e bonus per i redditi medio-bassi, ma non hanno risolto il problema della pressione salariale. Il costo del lavoro italiano resta elevato, mentre la manodopera straniera, impiegata con contratti intermittenti o part-time, mantiene un vantaggio competitivo. Com’è possibile?

    Migranti al lavoro
    Stranieri al lavoro (Canva Foto) – managementcue.it

    Gli ultimi dati

    Il governo italiano ha approvato un nuovo piano triennale per l’ingresso regolare di lavoratori stranieri: servono 500 mila migranti entro il 2028. La misura è contenuta nel decreto flussi, che prevede quote annuali crescenti: 164.850 nel 2026, 165850 nel 2027 e 166.850 nel 2028. L’obiettivo è colmare la carenza strutturale di manodopera in settori come agricoltura, edilizia, assistenza familiare e ristorazione. Secondo il Ministero del Lavoro, il fabbisogno non è più gestibile con risorse interne: servono ingressi programmati, contratti regolari e percorsi di integrazione.

    Il piano prevede anche semplificazioni burocratiche, corsi di formazione linguistica e incentivi per le imprese che assumono migranti con contratti stabili. Il governo ha dichiarato che l’accesso sarà subordinato a controlli preventivi e a una verifica della compatibilità territoriale. La notizia arriva da integrazionemigranti.gov.it e ilsole24ore.com.

    L’articolo “Gli stranieri ci rubano il lavoro”: non è più una diceria, è realtà | È il governo stesso a portarli in Italia è stato scritto su: Business | CUENEWS.

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