Il 9 novembre si è verificata un’esplosione in una scuola ad Eilat, in Israele, presumibilmente causata da un drone proveniente dallo Yemen o dalla Siria. Nel frattempo, il leader palestinese Abu Mazen ha espresso la sua disponibilità a prendere il controllo di Gaza, post-liberazione da Hamas, a condizione della creazione di uno Stato Palestinese. La situazione rimane tesa, con il vicepresidente italiano Tajani che ha dichiarato l’impossibilità di un cessate il fuoco fintanto che Hamas continua a lanciare razzi su Israele. Ecco gli ultimi aggiornamenti sulla questione Israelo-Palestinese.
Revisione del Bilancio delle Vittime e Commenti Internazionali
Il bilancio delle vittime dell’incidente del 7 ottobre in Israele è stato rivisto al ribasso, passando da 1.400 a 1.200. Questa revisione è dovuta all’identificazione di alcuni cadaveri inizialmente non riconosciuti, ora attribuiti ai membri di Hamas e non ai civili israeliani. Parallelamente, il presidente francese Macron ha esortato Israele a un cessate il fuoco, ritenuto vantaggioso per il paese. Secondo il Wall Street Journal, il governo americano ritiene attendibile il numero di vittime a Gaza. Le IDF (Israel Defense Forces) hanno stimato che il conflitto potrebbe continuare per circa un anno.
Aggiornamenti sulla questione Israelo-Palestinese: pausa umanitaria e Summit a Riyad
In Israele è stata attuata una pausa umanitaria di sette ore per aprire un corridoio verso Gaza Sud. Durante questa pausa, un comandante di Hamas, che si nascondeva nella scuola Al Buraq, è stato ucciso. Nel frattempo, a Riyad, in Arabia Saudita, si tiene un summit del mondo arabo, con la partecipazione del presidente iraniano Raisi, accolto dal principe saudita Bin Salman. Questo summit vede la presenza di figure chiave della politica del Medio Oriente, tra cui i leader di Turchia, Egitto, Iran e Arabia Saudita.
Dichiarazioni dal Summit dei Paesi Islamici
Il principe saudita Bin Salman ha chiesto pause umanitarie per i civili e ha sottolineato l’importanza della creazione dello Stato Palestinese per raggiungere la pace. Il summit ha prodotto dichiarazioni forti, come quella diffusa da Reuters che qualifica la guerra di Israele come non difensiva. Inoltre, il summit ha chiesto di interrompere l’esportazione di armi verso Israele e ha denunciato i crimini di guerra a Gaza, definendo i massacri perpetrati dal “governo di occupazione” di Tel Aviv come “barbari e inumani”.
Questi aggiornamenti evidenziano una situazione complessa e in rapido mutamento, con implicazioni profonde sia a livello locale che internazionale. Le azioni e le dichiarazioni di vari attori internazionali mostrano la delicata natura di questo conflitto e il bisogno urgente di una soluzione pacifica e duratura.